Le confraternite nel mondo del vino


di Rizzo Fabiari

Mi riferisco alle confraternite, più o meno conosciute, che solcano il mare delle attività professionali legate alla cosiddetta bevanda di Bacco. Se ne annoverano nel campo della produzione, della consulenza enologica, della critica.

Come nel resto della vita pubblica nazionale, la più potente è la Roccianeria: conta alcuni fra i più celebrati enologi, presidenti di case vinicole, redattori di cose enoiche, distributori (non automatici). Una forza e una pervasività che travalicano i confini italioti e coprono l’intero globo terracqueo.

Vengono poi i gruppi parareligiosi. Gli aderenti a Separazione e Incarcerazione, attivi in special modo al Nord, contano su appoggi potenti ma di solito molti dei loro affiliati hanno difficoltà a distinguere un Brunello da un tosaerba. I beigiani sono una sparuta minoranza tutta dedita ad adorare due soggetti: il loro capo (che probabilmente non si fa peraltro mancare legami con i rocciani) e, più che il vino, l’uva di base dalla quale si fa poi – a loro insaputa – il vino. Gli athosiani sono infine il gruppo migliore e più nobile, capace di distinguersi dai precedenti per la candida assenza di cointeressenze equivoche di qualsivoglia genere e per il rigore monacale della loro attività.

Da parecchi dei suddetti gruppi noi poveri cani sciolti siamo considerati dei fessi, e probabilmente lo siamo; ma non siamo tanto fessi da non sapere come stanno le cose.

11 commenti to “Le confraternite nel mondo del vino”

  1. Fessi no, alterati sì.

  2. Perdoni sig.Fabio ma il lettore medio che non conosce queste confraternite credo non capisca chi è destinatario dell’ultima frase e perchè (che tra l’altro fa perdere un pò il filo di quella che sembrava essere una semplice presentazione)

    • Come avrà capito è tutto “sotto semaforo”, come diceva Totò. Nonostante questo l’ultima frase non mi sembra così oscura: dopo aver elencato le principali confraternite, sottolineo che noi cani sciolti (cioè noi che non facciamo parte di alcuna di esse) siamo da molti degli aderenti alle suddette confraternite considerati dei fessi.

  3. Io aggiungerei alla lista anche la corrente trasversale degli “Wannablogghe”, Confraternita in crescita esponenziale, contraddistinta da polpastrelli smisurati.

  4. La vasta platea di noi poveri beoti, non così addentro alle segrete cose, potrebbe avere qualche traccia in più per capire chi diavolo mai siano questi beigiani? Giusto un fogliettino di nascosto alla maestra, please.

  5. Vabbè, visto che Rizzari non fa nomi precisi, proviamo a dare un’interpretazione del tutto personale.

    Separazione e Incarcerazione = Comunione e Liberazione. Questa mi sembra evidente.

    Athosiani = Porthosiani. Questa pure è evidente.

    Roccianeria e Beigiani mi sfuggono, ho qualche idea ma non sono sicuro. Roccianeria viene descritta come la più potente confraternita, ma quale possa essere mi pare affare assai delicato da decidere. La descrizione dei Beigiani invece mi ricorda la favola della volpe e dell’uva, e qui qualche idea ce l’avrei.

  6. Gli adoratori dell’uva di base dovrebbero essere i cultori del frutto compositivo, il cui vate si mette puntualmente in posa adorabile, ma la palette non aiuta… mah…

  7. Ci ha preso: avevo scritto inizialmente “castagnani”, ma poi avrei potuto ingenerare un equivoco con Armando, che ovviamente non c’entra nulla

  8. Beh, i primi tre ci erano facili ma confesso che alle nuances dei mar(r)oni non ci avevo proprio pensato. Sai, dalle mie parti il colore che viene in mente subito é uno solo, ed é anche una confraternita mica da poco …… altro che Separazione e Incarcerazione!

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