L’esimio Alterato Giancarlo Marino proporrà tra poche ore un vero e proprio trattato sui Grand Cru borgognoni: quali sono all’altezza del loro lignaggio e della loro fama? quali invece sono meno convincenti? quali, infine, Grand Cru non sono e lo meriterebbero? domani, giovedì 20 dicembre, la prima parte.
Anteprima – Grand Cru dell’augusta Borgogna: i buoni e i meno buoni
6 commenti to “Anteprima – Grand Cru dell’augusta Borgogna: i buoni e i meno buoni”
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si può provare a indovinare? :-)
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Esimio, si astengHI. Suvvia. Sennò poi ci vole i poppicorni… :D Il Magister va prima lasciato libero di sproloquiare, indi poscia attaccato e morso ai garetti, come farebbe un Furino di provincia…. :D
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Nulla è scontato, caro Paolo. Pensa che al Santini gli fa schifo Dujac e, quindi, proporrò la retrocessione di Clos de la Roche e Clos St. Denis direttamente a village, senza passare dal via.
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Che bel regalo di Natale, grazie Magister!
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…grazie del link…
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..comunque , pur apprezzando lo studio profondo degli “oltralpe” che in Italia manca, ho , di contro, sempre avuto scarsa simpatia per l’incapacità di ammettere errori che , dalla classificazione originaria, paiono lampanti. L’ineluttabilità e l’incapacità di aggiornarsi rispetto ai canoni e gerarchie cambiate nel frattempo, creano secondo me scompiglio, almeno per chi non è addentro alle cose qualitative dell’area. Come hai giustamente sottolineato nello stupendo articolo , Clos S.Jaques, Les Amoureuses, Aux Cros Parantoux, Malconsort danno fra i più grandi risultati in assoluto: perchè mai lasciarli relegati ad una classificazione non coerente con l’espressione qualitativa? Persino il mercato, che era sovrano nelle decisioni a riguardo delle classificazioni, oggi rende giustizia a queste aree più dell’orpello burocratico catastale. Poi c’è il “manico” che qui, mi insegni, ha la sua importanza sopra le denominazioni e classificazioni … ma questo è un altro film…